L’artista toscano racconta la sua arte
Paesaggi naturali e paesaggi metropolitani, con influenze impressioniste e riferimenti a Van Gogh: è l’arte di Emanuele Biagioni, reduce della Mostra Proposta per ricominciare di Milano e che si prepara ad un’estate ricca di iniziative artistiche.
Sono passati trent’anni dal tuo Diploma al Liceo Artistico di Lucca, che ha segnato l’inizio della tua carriera artistica. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo lungo cammino?
«Mamma mia! Quanto tempo… ricordo ancora i compagni, i banchi di scuola, le aule e i professori, sono stati tempi spensierati e dove cercavi di capire cosa fare da grande.
La passione per l’arte, lo studio dell’impressionismo e di Van Gogh mi hanno spinto in questo lungo e meraviglioso viaggio della pittura. Più creavo, più sentivo l’esigenza di farlo e i buoni risultati mi incoraggiavano a proseguire, cominciavo a vedere il mondo con occhi diversi ad esplorare il mondo dei colori osservandoli e ricercandoli nella natura che mi circondava».
Quali sono i soggetti/temi a te più cari?
«Nasco paesaggista, i colori della natura, i tramonti ed i contrasti di luce sono la caratteristica della mia arte in ogni forma, una caratteristica che si trova in ogni soggetto.
I miei primi paesaggi sono quelli della mia terra, poi i continui viaggi, soprattutto a Venezia, mi inducono ad approfondire il tema del mare sotto ogni forma, con lo sfondo dello skyline a dividere il cielo dal mare.
Un periodo infatti importante per la mia formazione artistica è proprio la serie delle opere della città lagunare realizzata in ogni maniera.
L’evoluzione tecnica e di linguaggio mi porterà ad affrontare temi più contemporanei, nasce l’esigenza di raccontare il traffico, il caos, il mondo metropolitano con tutto il suo rumore, con la sua frenesia, è stimolante raccontare e proiettare lo spettatore nella scena davanti a lui».
La natura è spesso presente nelle tue opere, complice il fatto di essere cresciuto a contatto con essa. Nelle tue opere la natura è un semplice elemento da rappresentare o è indagine sul rapporto tra uomo e natura, alla luce anche delle problematiche ambientali che stiamo vivendo?
«Crescere in campagna ti regala sicuramente attimi di pace e tranquillità di cui tutti ne abbiamo un disperato bisogno.
L’ arte è lo specchio della propria anima, e tutto quello che viene riprodotto sulla tela non è altro che l’esigenza emozionale di rappresentare quel momento.
La figura umana nei miei racconti metropolitani può essere un semplice elemento scenografico per la stessa o può diventare protagonista assoluta della scena, trasformando viceversa la città a semplice elemento di sfondo.
Tutto nasce da dentro, l’uomo è il colpevole assoluto di tutto ciò che sta accadendo, sia a livello ambientale, sia a livello sociale, non sappiamo più cosa mangiamo, cosa beviamo e soprattutto cosa respiriamo. stiamo andando verso l ‘autodistruzione».
Cosa hai esposto alla collettiva ‘Proposta d’arte’ di Milano?
«Innanzitutto, credo che dopo tutto quello che abbiamo passato, l’esposizione sui navigli sia una delle maniere migliori per ripartire, ho portato tre pezzi che rappresentano il percorso artistico affrontato negli ultimi mesi. La prima. “Tramonto a Manhattan” è una visione di tre figure in controluce sullo sfondo di un tramonto newyorchese. le ombre lunghe delle tre figure vanno a contrastare in maniera importante tra i ponteggi della strada.
La seconda opera è un notturno newyorchese dal titolo “Il rumore della notte” e rappresenta il traffico notturno con il movimento delle auto e l’asfalto che prende vita dai riflessi dei fanali e delle luci della città.
La terza opera è “Toh guarda chi c’ è” e raffigura due amiche in una classica serata al ristorante mentre chiacchierano e mangiano qualcosa e nel frattempo passa davanti la vetrina un amico. O un’amica (lascio a voi l ‘ interpretazione soggettiva) che cattura la loro attenzione».
Quali sono i tuoi progetti in cantiere?
«Ho aperto uno spazio espositivo a Barga, in provincia di Lucca dove abito e sarà aperto per tutto il periodo estivo vi espongo gran parte degli ultimi lavori. Inoltre, prosegue con successo l’esposizione che ho ormai da più di due anni nelle sale del Sina Astor Hotel sul lungomare di Viareggio.
L’esposizione milanese ha portato ad una collaborazione con Michele Crocitto, con cui abbiamo dei progetti in cantiere ma è ancora nulla di definito.
Riguardo le opere, beh c’è ancora molto da raccontare, ci sono idee e progetti pronti da essere riprodotti sulla tela, il viaggio dei miei racconti metropolitani continua»