Trent’anni di arte che è difficile descrivere in poche righe: RosaKa, nome d’arte di Rosa Cacace, in mostra fino al 27 giugno a Milano alla collettiva ‘Proposta d’arte’ all’Arcadia Art Gallery sui Navigli. La sua arte è una continua ricerca, che spazia da diversi soggetti e diversi modi di rappresentare.
Sono passati trent’anni dal tuo Diploma al Liceo Artistico Lisippo di Taranto, che ha segnato l’inizio della tua carriera artistica. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo lungo cammino?
«Sin da bambina la mia grande passione è stata disegnare, lo facevo di continuo, mi dilettavo a copiare i grandi della storia dell’arte. Poi ho approfondito con il Liceo Artistico e subito dopo il diploma, anche se non ho potuto continuare gli studi, ho deciso di voler proseguire ed approfondire la mia carriera artistica. Amo l’arte in tutti i suoi molteplici aspetti, con essa riesco ad essere me stessa ed a esprimermi. È come aver bisogno dell’aria per respirare…questo è per me è l’arte! »
Amo l’arte in tutti i suoi molteplici aspetti, con essa riesco ad essere me stessa ed a esprimermi. È come aver bisogno dell’aria per respirare…questo è per me è l’arte!
RosaKa
Quali sono i soggetti/temi a te più cari?
«Quando ho iniziato a dipingere opere completamente mie, sin da subito, sono stata attratta dalle raffigurazioni e interpretazioni di storie o leggende. Amo sviscerare le vicende ed i loro personaggi…immaginarli, per giorni e a volte anche settimane, sino a quando non comincia ad apparire nella mia mente un’immagine concreta che racchiuda tutte le peculiarità di ciò che voglio rappresentare. Dopodiché il lavoro lo eseguo quasi di getto…non mi interessa la perfezione dell’immagine, ma l’emozione che essa può dare. Il mio intento è suscitare il pathos della vicenda o del personaggio che ho scelto. Fondamentali sono i colori, che hanno sempre un ruolo fondamentale e simbolico. Ed infine, a proposito di simbolismo, molto spesso le figure rappresentate sono accompagnate o fluttuano in uno scenario simbolico, quasi onirico…perché in effetti esso è il mio sogno! »
Hai partecipato a numerose collettive, tra cui “I luoghi ed i riti della Settimana Santa “, organizzata dal Centro Culturale Rosselli e una collettiva in onore del Santo Patrono di Taranto, San Cataldo, presso il Centro di Cultura Magna Grecia. Qual è il rapporto della tua arte con il sacro? Si limita alla rappresentazione o è anche ricerca spirituale?
«Le mie primissime esperienze in Mostre collettive erano incentrate sul Sacro, ma sinceramente non sono attratta da esso…ho eseguito dei lavori ma non ho più approfondito l’argomento. Anche se quest’anno, dopo quasi 30 anni, mi è capitato di dedicare un’opera alla nostra Statua dell’Addolorata, importantissima nei Riti della Settimana Santa tarantina. Ma anche qui, come del resto nelle primissime opere, ho rielaborato secondo i miei canoni».
Da più di un anno, dallo scorso lockdown, hai prodotto circa 60 opere tutte basate sullo studio e l’approfondimento di storie, leggende, racconti, tragedie o commedie di svariati autori. Come sta andando questo studio?
«Questo tema è sempre vivo in me e nella mia arte. Spazia dal mondo letterario a quello musicale….da quello legato ai miti ed alle leggende, che mi affascinano da sempre, a quello delle grandi personalità della storia. Quest’ultime sono quasi sempre donne, con un vissuto travagliato, donne che sono riuscite ad emergere o a ribellarsi a ciò che le opprimeva o che invece sono state travolte dal loro tragico ed ingiusto destino».
Cosa esponi alla collettiva ‘Proposta d’arte’ di Milano? (descrizione dell’opera).
«Alla Mostra “Proposta d’Arte” espongo un’opera a cui sono legatissima e che infatti ho scelto come immagine della mia personale. Si tratta della rappresentazione del libro di “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. I soggetti del romanzo sono stati rappresentati al centro e protagonisti del lavoro, perché in effetti alla fine del romanzo essi sono il fulcro di ciò che la scrittrice voleva dire: la vittoria di un amore puro che lotta e alla fine supera ogni sfida, ogni pregiudizio. I due volti sono ritratti all’alba, l’alba del loro amore, la luce che li ha uniti e infine le bende rosse sui loro occhi simboleggiano la cieca passione che li travolge, il non voler più vedere la falsità che li circondava e che li voleva vedere separati. Io credo da sempre nel potere dell’amore…e questa opera ne è l’emblema.
Quali sono i tuoi progetti in cantiere?
«Nel futuro mi vedo ancora a scrutare e studiare nuove storie. Probabilmente molte saranno legate alla mitologia, ma mi vedo anche a cimentarmi in tantissime altre vicende di donne forti e combattive…mi vedo a rendere loro omaggio e a combattere ancora per le loro battaglie!»