In principio era solo il libro, poi nei decenni si è aggiunto l’e-book con l’avvento delle nuove tecnologie, ma la vera rivoluzione potrebbe essere rappresentata da un nuovo tipo di pubblicazione, l’inbook.
Inbook, che cosa sono e come sono nati
Non si tratta di una nuova diavoleria informatica né elettronica ma è un nuovo modo di rendere accessibile la lettura veramente a tutti, ma soprattutto è cartaceo. Gli INbook sono dei libri di testo che anziché essere scritti solo a parole sono tradotti anche in simboli, in un testo semplificato per facilitare la lettura e l’apprendimento del bambino, giovane o adulto con difficoltà. Sono basati sui principi della comunicazione aumentativa e si stanno diffondendo a macchia d’olio.
Gli INbook sono nati inizialmente negli ospedali e in ambienti clinici, poi finalmente hanno raggiunto scuole e biblioteche. E sono state proprio loro, le biblioteche, con la loro missione di rendere accessibili a tutti i classici della narrativa per ragazzi, a iniziare ad autoprodurre i primi volumi tradotti in simboli. In particolare nel 2006 è la biblioteca di Verdello (Bergamo) ad iniziare la rivoluzione insieme alla locale sezione ASL di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza: l’esigenza di inserire nei progetti formativi un laboratorio di “libri su misura” ha permesso, attraverso la collaborazione di più soggetti, tra cui anche famiglia e scuola. “Ben presto – spiegano dal Centro Studi Inbook – dagli intensi scambi sviluppati con genitori e insegnanti e con i bibliotecari si capì che il libro aveva una sua forza particolare rispetto ad altri strumenti di promozione della comunicazione: il suo costituire un elemento di relazione naturale all’interno della famiglia e della scuola, il suo introdurre nuove parole dentro narrazioni emotivamente e linguisticamente ricche, il suo essere sostanzialmente libero da errori nella sua modalità di presentazione l’hanno promosso all’attenzione di tutti.”
Il resto è storia: dapprima è nata la Rete delle Biblioteche Inbook che ha avuto una spinta talmente propulsiva da convincere alcune case editrici a stampare questo libri inclusivi.
Il diario di Anna Frank diventa inbook
Ed è un inbook la prima pubblicazione del 2018 della case editrice la meridiana che ha scelto di pubblicare in simboli niente poco di meno che Il diario di Anna Frank, presentato lo scorso 26 gennaio alla Casa della Memoria di Milano con l’Associazione L’Arche “L’Arcobaleno” di Granarolo (BO) e l’Associazione CDH/Accaparlante di Bologna.
“Ci piacerebbe raccontarvi la storia di questa scelta editoriale che per noi è stata scoperta, giorno dopo giorno, di come, se nel tuo DNA hai parole come ‘possibile per tutti’, devi provare a capire cosa significa dopo 30 anni di libri declinare nell’oggi il ‘per tutti’”, spiega Elvira Zaccagnino, direttrice di edizioni la meridiana. “Quando, stimolati a immaginare libri INBook, ci siamo confrontati con i bisogni dei lettori di questa tipologia di libri e il mercato (si dice così) editoriale, abbiamo realizzato che il vuoto che diceva per noi la strada da percorrere era rappresentato dai lettori giovani adulti, quelli che hanno come tutti i giovani adulti il bisogno di leggere storie, racconti, vivere attraverso i libri emozioni per capire il mondo. Abbiamo così scelto di tradurre in simboli i classici della letteratura per ragazzi. Partire da “Il Diario di Anna Frank” ci è sembrato, di questi tempi, un atto politico oltre che culturale.”
Il Diario di Anna Frank inaugura la collana di inbook Parimenti, pensata per tradurre in simboli di libri per giovani adulti, da portare in biblioteche, scuole e librerie per rendere i classici della narrativa per ragazzi sempre più accessibili.
“C’è un dato che ci preme evidenziare,” continua a questo proposito Elvira Zaccagnino, «la mappa della presenza dei libri INBook nelle biblioteche di Italia dice in maniera evidente la forte concentrazione a Nord di biblioteche accessibili e l’assoluta carenza nel Centro e nel Sud. Quando ai tavoli di lavoro ci siamo seduti per orientarci in questa scelta editoriale, che fossimo un editore del Sud è stato visto, accolto e salutato come una possibilità per accelerare i processi di inclusione delle nostre realtà bibliotecarie e delle scuole. Un modo per essere referenti e tassello di un mosaico che va costruito”
Alla presentazione erano presenti l’Assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, Antonella Costantino, Maria Fratelli (Direzione Cultura del Comune di Milano e dirigente della Casa della Memoria), Silvia D’Ambrosio (referente nazionale della Rete Biblioteche INBook) e Gabriella Marinaccio (Attività e servizi per bambini e ragazzi – SBM), e ha visto anche la partecipazione ‘virtuale’ dell’attore e drammaturgo Moni Ovadia, attraverso una video-testimonianza proiettata nel corso dell’incontro a sostegno del progetto Parimenti.