Piccolo Teatro Strehler Milano dal 14 marzo al 18 aprile 2019
Nel tempo degli dei. Il calzolaio di Ulisse
di Marco Paolini e Francesco Niccolini – regia Gabriele Vacis
musiche originali Lorenzo Monguzzi
con il contributo di Saba Anglana e Fabio Barovero
scenofonia, luminismi e stile Roberto Tarasco
aiuto regia Silvia Busato
con Marco Paolini e con Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Jolefilm
Fino al 18 aprile va in scena al Piccolo Teatro di Milano Nel tempo degli dei. Il calzolaio di Ulisse. Lo spettacolo, che dura circa due ore senza intervallo, inizia con Marco Paolini che impersonifica un vecchio calzolaio stanco che vaga senza meta: il riferimento è quello dell’Antica Grecia a cui si va ad aggiungere chiari collegamenti all’attualità e alla vita odierna, l’inquinamento.
Ma quando un pastore “casualmente” lo ferma per raccontare la sua storia (in realtà è Hermes, interpretato da Vittorio Cerroni), ecco che il calzolaio, accompagnato da suo figlio Telemaco (Elia Tapognani), senza non poche resistenze, svela la sua identità: è Ulisse, e dopo una trattativa ‘intensa’, racconta al pastore le sue avventure.

Un Ulisse moderno, impregnato di attualità
Non il solito viaggio omerico, ma un racconto che seppur conforme alla storia classica, s’impregna di attualità tra battute e riferimenti (“Cosa c’era nella scatola di Eolo? Il cambiamento climatico”). Un eroe che non ci sta a delegare le sue colpe al volere divino e che rifiuta la proposta di diventare immortale, come conferma anche l’attore Marco Paolini, che con maestria ha indossato i panni dell’eroe greco:
“Con quanti, ma soprattutto con quali dèi ha a che fare un uomo oggi? Non penso ovviamente alle solide convinzioni di un credente, ma al ragionevole dubbio di chi, guardando al tempo in cui vive, pensa con stupore e disincanto alle possibilità di accelerazione proposte alla razza umana. Possibilità di lunga vita, possibilità di potenziamento mentale e fisico, possibilità di resistenza alle malattie, eccetera… Restare umani sembra uno slogan troppo semplice e riduttivo, troppo nostalgico e rassicurante quando diventare semi-dèi appare un traguardo possibile, almeno per la parte benestante del pianeta. Ulisse per me è qualcuno che di dèi se ne intende e davanti alle sirene dell’immortalità sa trovare le ragioni per resistere.”

Musica e scenografia
La scenografia è semplice: pochi oggetti, tra cui delle lenzuola, che all’occasione simboleggiano i vari luoghi delle vicende omeriche.
Molto interessante la contaminazione musicale: le sonorità di Lorenzo Monguzzi (Femio) impreziosiscono la narrazione e aiutano lo spettatore ad entrare nel mood degli avvenimenti. Degne di nota la bravura della cantante e attrice Saba Anglana, che dona la sua incantevole voce alle figure femminili Elena, Circe, Calipso, Nausicaa e Penelope, e il talento musicale di Elisabetta Bosio, al violino e al contrabbasso elettrico, nei panni di Atena.
Maggiori info sullo spettacolo sul sito del teatro